Percorsi
Federica insegue davanti all’apparecchio fotografico alcune delle sue figure teatrali (tratte dagli spettacoli Erodiàs, Rosmersholm – Il gioco della confessione e Eva – 1912-1945). Il fotografo coglie e dà luce alle trasformazioni nel corpo dell’attrice in un dialogo costante tra persona e personaggio.
L’obiettivo è analizzare ed esaltare ciò che l’occhio dello spettatore spesso non è in grado di cogliere: la gestualità propria della performance attoriale. La modalità di costruzione dello scatto è la stessa dello Still Life.
È il frutto della sinergia tra tre figure: scultrice, performer e fotografo. La performer replica nei primi scatti le pose delle sculture, interpretando poi le possibili direzioni del movimento. Nella fase conclusiva del percorso la figura, dopo aver svelato una parte del corpo, torna all’interno della materia da cui è stata estratta.
Dal palcoscenico teatrale alla casa natia, l’attrice prende le sembianze di un oggetto inanimato, usato, posato in un angolo e poi ripreso.
Nasce dall’esigenza di portare al di fuori del contesto teatrale tre figure cardine del teatro sperimentale dell’Emilia-Romagna, appartenenti a tre diverse generazioni. In ogni esperienza di viaggio, l’attrice protagonista è anche regista della scena. L’approdo di ogni viaggio è lo studio fotografico.